Una delle lavorazioni più frequentemente effettuate sulle lamiere presso FACS Srl è il taglio al plasma, di cui parleremo diffusamente in quest’articolo, insieme alle differenze che intercorrono fra questa operazione e l’ossitaglio, che avevamo precedentemente descritto qui: Ossitaglio.
In certi tipi di lavorazioni, infatti, il taglio al plasma è da preferirsi all’ossitaglio. Mentre, difatti, quest’ultimo piò essere praticato soltanto sugli acciai al carbonio e non su lastre in alluminio, ad esempio, il taglio al plasma è idoneo alla fenditura di qualsiasi tipo di metallo conduttore (acciaio inox, ottone, alluminio, rame, e molti altri, oltre agli acciai dolci), il ché lo rende più versatile e rappresenta una discriminante fra le due procedure in merito alla tipologia di materiale da tagliare.
Una seconda differenza risiede nell’aspetto esteriore del taglio stesso. Mentre, cioè, con l’ossitaglio si ottengono spigoli vivi nelle lamiere trattate, il taglio al plasma produce fenditure divergenti, ovvero più ampie sul fondo e più ridotte sulla parte superiore, la qual cosa deve essere tenuta in considerazione nel caso in cui si debba intervenire su sagoma (per un taglio di questo tipo, infatti, l’ossitaglio è il più indicato).
Altre divergenze fra questi due sistemi di lavorazione lamiere frequentemente utilizzati in carpenteria leggera, riguardano la qualità finale generale del taglio, la velocità della procedura, il suo costo e la sua produttività. Per quanto riguarda il primo parametro, la qualità del taglio al plasma risulta nella maggior parte dei casi buona o più che buona (gli esiti sono perlopiù costanti), mentre nel caso dell’ossitaglio il risultato è strettamente correlato alla competenza ed esperienza dell’operatore (per questo FACS attribuisce un’importanza primaria alla formazione del proprio staff).
In merito alla produttività, occorre considerare che, mentre il taglio al plasma consente di intervenire sulle lamiere con scarti di lavorazione esigui, l’ossitaglio ha una produttività meno elevata (medio-bassa), perciò nel caso in cui tale parametro sia di fondamentale importanza, il taglio al plasma è da preferirsi. L’ossitaglio, inoltre, è caratterizzato da una velocità di lavorazione mediamente bassa, mentre il taglio al plasma è un procedimento molto più veloce.
Di contro, il taglio al plasma richiede un equipaggiamento più dispendioso rispetto a quello richiesto per l’ossitaglio – anche in termini di manutenzione delle apparecchiature – il ché incide sui costi finali della lavorazione, nonostante i costi operativi iniziali del taglio al plasma siano inferiori.
Come funziona il taglio al plasma
Ma in che cosa consiste il taglio al plasma, e come funziona? Ebbene, le componenti necessarie per questo procedimento sono 3: un generatore di corrente tra i 240 e i 400 Volt, un circuito di avviamento – solitamente fra i 5000 e i 10000 Volt/2MHz – e una torcia al plasma (o testa di taglio). Con il termine plasma s’intende uno stato aeriforme neutro della materia, i cui atomi sono ionizzati in particelle positive e negative.
Nel dettaglio, si produce un’emissione di plasma attraverso la canalizzazione di aria, gas o elementi chimici – come ossigeno, azoto o argon – dentro un augello estremamente sottile inserito, appunto, su una torcia al plasma. A questo flusso di gas ad alta pressione va sommata l’ulteriore energia prodotta dal generatore: in questo modo il getto che fuoriesce dall’augello viene ionizzato e trasformato in un “arco plasma”, che arriva a temperature attorno ai 40mila gradi Fahrenheit.
Sono proprio tali temperature a permettere la fusione e la scissione delle lamiere da trattare, e l’energia cinetica prodotta dai gas impiegati consente di rimuovere le rimanenze di metallo fuso. Con il termine “scriccatura” o “sgorbiatura” si intende proprio la successiva rimozione degli scarti di lavorazione tramite la torcia utilizzata per la perforazione, che viene appositamente configurata per separare dalla lamiera il materiale superfluo. Una curiosità: il plasma, durante il taglio, viaggia a più di 15.000 km orari, oltre dodici volte più veloce della velocità del suono.
Il taglio al plasma – il cui brevetto risale al 1955 e fu depositato da Robert Gage per la multinazionale chimica statunitense Union Carbide – permette di ottenere buoni risultati sia sulle lamiere sottili che su quelle di maggior spessore. Le torce a mano vengono solitamente adoperate su lastre che arrivino fino a 50 mm di spessore, mentre con torce più potenti, posizionate su macchine utensili vere e proprie, si può intervenire su strati d’acciaio fino a 130 mm.
Le attrezzature per il taglio al plasma, inoltre, generano un flusso di plasma agevolmente indirizzabile sulla linea di taglio, perciò sono estremamente efficienti per la perforazione di lastre metalliche curve o superfici angolate.
FACS Srl esegue diverse tipologie di taglio, sia quello al plasma, sia l’ossitaglio, sia il taglio laser, di cui si parla ampiamente in questo articolo: Taglio laser: vantaggi e tipologie. Lo staff di FACS è a tua disposizione per qualsiasi consulenza sui tuoi interventi di carpenteria leggera e lavorazioni lamiere. Per ulteriori informazioni o per richiedere un preventivo gratuito, chiama il numero 0173/441846, oppure scrivi una mail ad info@facs.it .