L’ossitaglio, anche chiamato taglio termico, è una procedura per il taglio di lamiere o profilati metallici in cui vengono utilizzati una fiamma ossiacetilenica, o fiamma di riscaldo, e un getto di ossigeno puro; si tratta, quindi, di una vera e propria reazione chimica che produce energia sotto forma di calore, e che porta alla formazione di ossidi di ferro durante la lavorazione. Il presupposto su cui si basa questo procedimento è che un materiale ferroso, portato a temperature incandescenti, si possa bruciare in presenza di ossigeno; l’unico requisito che il materiale da tagliare deve avere è contenere una percentuale adeguata di carbonio.
Di conseguenza l’ossitaglio si può praticare soltanto, appunto, sugli acciai al carbonio (idealmente su acciai dolci, cioè che contengano dallo 0,12 allo 0,25% di questo elemento chimico). È un sistema che consente di ottenere tagli di grande precisione anche su materiali eterogenei e complessi. L’ossitaglio avviene a una temperatura elevatissima (almeno 1300°C) e in tempi relativamente brevi; si tratta di una reazione esotermica, ovvero che implica un trasferimento di calore dal sistema all’ambiente in cui si pratica. Il getto di ossigeno impiegato serve sia alla combustione del metallo da tagliare, sia per rimuovere gli ossidi che si formano sulla superficie lavorata, ed è essenziale che tale getto sia purissimo per poter ottenere risultati ottimali (almeno al 97%).
Quando usare l’ossitaglio
L’ossitaglio rappresenta il procedimento ideale per predisporre i bordi di lamiere in modo da poter in seguito saldare smussi e scanalature; è indicato anche per tagliare parti di lastre danneggiate, arrugginite o incrostate. Si utilizza, come accennato in precedenza, per tagliare superfici, anche di elevato spessore, di acciaio al carbonio e acciaio basso-legato, ossia caratterizzato da differenti contenuti di elementi di lega, con nessuno di essi che superi il 5% del totale (acciai da costruzione, inossidabili e da utensili).
Alcuni esempi di materiali che si possono efficacemente tagliare con questa tecnica sono gli acciai di uso generale e da costruzione, gli acciai al molibdeno o al cromo-molibdeno per gli impieghi ad alte temperature, gli acciai corten (resistenti ed anti corrosione), le lamiere creusabro 4800 e 8000 (anch’esse molto resistenti ed anti abrasione), e molti altri. L’ossitaglio, non indicato per tagliare lamiere di alluminio per i motivi sopra elencati, si pratica mediante speciali cannelli da taglio (anche chiamati lance o torce) da cui fuoriescono due differenti flussi di gas: uno che fornisce il combustibile e produce la fiamma, rendendo rovente il materiale da trattare, l’altro che somministra l’acetilene e l’ossigeno sotto pressione controllata, permettendo la conseguente fusione del metallo e l’asportazione delle relative scorie. Per i materiali caratterizzati da una limitata idoneità a questo tipo di taglio, possono essere impiegate tecniche speciali come l’ossitaglio con polveri metalliche.
Apparecchi per l’ossitaglio
L’ossitaglio può essere effettuato a mano oppure a macchina, e questa distinzione incide sulla tipologia degli apparecchi di volta in volta utilizzati. A seconda del lavoro che si deve effettuare e dei risultati che occorre ottenere, l’operatore addetto all’ossitaglio selezionerà l’apparecchiatura più adeguata, per esempio in considerazione del grado di precisione che dovrà avere il taglio.
Ossitaglio a macchina
Le macchine utilizzate per l’ossitaglio si possono distinguere a seconda di tre parametri: per tipo di struttura, che può essere mobile o fissa, per numero di cannelli in dotazione (che possono essere più di uno) e infine per tipo di azionamento. Quest’ultimo può essere manuale oppure può richiedere un software di nesting, ovvero un programma a controllo automatizzato che serve a organizzare la produzione in modo da ridurre al minimo gli sprechi di materia prima, ottimizzando anticipatamente i tagli (“tagli figurati”) in maniera da ricavare il maggior numero di componenti da un’unica superficie (dall’inglese “nesting” = fare il nido). Le attrezzature portatili sono adatte per eseguire tagli anche non particolarmente accurati nel corso di lavori in cui la precisione non sia di grande rilevanza, per esempio nelle demolizioni delle automobili.
Nella produzione di pezzi in serie, invece, ad esempio di componenti strutturali, le macchine fisse sono preferibili, perché molto più stabili e precise. Un esempio di utilizzo di macchine per ossitaglio è nei cantieri navali, dove si adoperano per scindere le lamiere o per ottenere, tramite il cosiddetto “taglio figurato” accennato precedentemente, i diversi elementi che andranno a formare l’ossatura delle navi. L’apparecchiatura richiesta per l’ossitaglio è relativamente poco costosa e altamente performante, basti pensare che può arrivare a incidere materiali dallo spessore fino a 120 cm, anche se generalmente questa tecnica viene utilizzata su superfici molto più sottili (da 8 a 150 mm). Il vantaggio dell’impiego dell’ossitaglio è che il materiale, alla fine della lavorazione, risulta abbastanza liscio e che il procedimento consente di limitare le scorie. Per le parti ottenute dopo il taglio, però, talvolta si rende necessario un trattamento ulteriore, ad esempio la burattatura, nel caso in cui la superficie della lamiera debba essere assolutamente levigata e livellata.
Ossitaglio a mano
L’ossitaglio eseguito a mano richiede solitamente l’utilizzo di cannelli dotati di iniettore a pressione. Se si trattano lamiere sottili, vengono adoperati cannelli con getti graduati, mentre per tagliare lamiere più spesse si prediligono cannelli con augelli provvisti di orifizio anulare (ad asola oppure monoblocco). Possono essere usati anche cannelli manuali senza iniettore a pressione, dotati di augelli da taglio-miscelatori del gas, che hanno il vantaggio di proteggere più efficacemente da eventuali ritorni di fiamma. In tutti questi casi, solitamente la pressione dell’ossigeno impiegato raggiunge al massimo i 6 bar. Si tratta di una procedura relativamente economica, dal momento che non richiede un’attrezzatura costosa, e la sua configurazione è piuttosto semplice.
L’ossitaglio a mano ha il vantaggio di non implicare requisiti di alimentazione elettrica e può essere effettuato agilmente su lamiere di spessore fra 1,6 e 102 mm; generalmente, viene utilizzato per demolire strutture metalliche anche importanti, come serbatoi, tralicci e ponti. Il procedimento è il seguente: dapprima si porta il punto d’inizio del taglio ad incandescenza tramite la fiamma fuoriuscita dal cannello, poi si apre il flusso dell’ossigeno con l’altra lancia e si resta fermi su quel punto fino a praticare la perforazione su tutto lo spessore della lamiera; dopodiché, si procede ad avanzare con la fenditura fino al punto di arrivo.
Taglio al plasma od ossitaglio?
Quando ci si accinge ad effettuare un taglio professionale, per prima cosa è necessario individuare la tecnica che più si addice al risultato che vogliamo ottenere e ai materiali che stiamo per trattare. È, quindi, di fondamentale importanza stabilire il giusto procedimento, tenendo conto delle diverse variabili. Nella fattispecie, dovremo capire se in un determinato caso sarà più adatto l’ossitaglio oppure il taglio al plasma, anch’esso molto utilizzato ed efficace. Ma come selezionare la giusta tecnica? Innanzitutto, possiamo dire che il taglio professionale al plasma è la procedura più spesso usata e più conosciuta: infatti, è caratterizzata da una grande versatilità, da costi contenuti, un discreto risultato qualitativo e scarti di lavorazione piuttosto esigui. Il taglio al plasma, invece dell’ossigeno dell’ossitaglio, adopera gas ionizzati portati a temperature molto elevate, che formano un arco ad alta densità energetica in grado di fendere qualsiasi tipo di materiale conduttivo; è infatti, utilizzato soprattutto per tagliare metalli conduttori.
La sua velocità di taglio è elevata ed è caratterizzata dalla creazione di tagli divergenti, ossia più stretti sulla superficie e più larghi sul fondo (questa caratteristica non rende il taglio al plasma idoneo ad agire sulle sagome, ad esempio quella di un’autovettura). Il suo costo è leggermente superiore a quello dell’ossitaglio, perché implica l’utilizzo di attrezzature più dispendiose e che necessitano di una manutenzione più accurata. Come spiegato prima, invece, l’ossitaglio è da preferire se si ha necessità di lavorare su acciai al carbonio, anche di notevole spessore; ha una produttività leggermente più bassa rispetto a quella del taglio al plasma (produce scarti di lavorazione lievemente maggiori), ha una velocità di esecuzione mediamente più bassa ma consente di ottenere tagli dai profili più netti. Inoltre, nell’ossitaglio, un ruolo molto importante è quello ricoperto dall’operatore, che deve possedere un’ottima esperienza ed abilità (cose che non sono, invece, indispensabili nel caso del taglio al plasma). Tutte queste variabili dovranno essere tenute in considerazione al momento della scelta della tecnica da utilizzare per effettuare un taglio professionale.
Facs e ossitaglio
Di conseguenza, lasciarsi consigliare da operatori esperti è importantissimo se vogliamo ottenere un buon risultato. FACS srl è un’azienda specializzata nella lavorazione delle lamiere, ed è a tua disposizione per consigliarti il miglior procedimento per effettuare tagli professionali a seconda delle tue esigenze.
I suoi operatori ti sapranno aiutare nella scelta di ossitaglio oppure taglio al plasma, grazie ad un’esperienza di oltre cinquant’anni nel settore. FACS si trova ad Alba, in provincia di Cuneo, ed esegue tagli, piegature, calandrature e punzonature di lamiere, oltre a curvature di tubi, travi e profilati, lavorazioni di carpenteria leggera e ricottura in tutta la regione Piemonte. Per maggiori informazioni:
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